CONFINAMENTO - first chapter / hic sunt leones
Francesca Fini
Performance digitale per webcam e sintetizzatore // aprile 2020
in collaborazione con:
United Video Artists, Performance Art TV, Culture Monks
Durata ricapitolazione video: 14 minuti
Prestazioni live streaming (su qualsiasi piattaforma - Facebook, twitter, periscopio, youtube): 45 min.

Le piazze italiane sono ora silenziose e deserte, mentre la vita in quarantena si rintana invisibile all’interno delle case, dei palazzi muti che le cingono armoniosamente. E così i solitari all’avventura della città confinata, sono elementi narrativi di un racconto distopico e cinematografico, che l'artista spia e insegue avidamente, attraverso la tecnologia del motion tracking, trasformando ogni movimento in un concerto generativo, visivo e sonoro in real time.
Le piazze italiane sono inquadrate da un sistema di webcam che trasmettono in rete il flusso della loro caotica vita. Uno sguardo freddo, indifferente, sotto il sole o sotto la pioggia, che non muta in mezzo ai mutamenti. Quelle piazze sono ora deserte, mentre la vita in quarantena si rintana invisibile all’interno delle case, dei palazzi muti che le cingono armoniosamente. Le webcam raccolgono oggi la testimonianza di un evento surreale. La vita prima febbrile diventa adesso circostanza fuggevole ed effimera: le piazze sono presidiate da camionette della polizia, ravvivate qua e là dal volo di un gabbiano, da una bandiera al vento, dalla bicicletta di un runner, da una coppia con le mascherine che porta a spasso il cane. Nel vuoto silenzioso, queste brevi vite di passaggio, questi solitari all’avventura della città confinata, sono elementi narrativi di un racconto distopico e cinematico, che l'artista spia e insegue avidamente, come se si trovasse alla finestra di uno di quei palazzi. Attraverso la tecnologia del motion tracking, Francesca Fini ruba il segnale delle webcam e lo trasmette ad un software appositamente compilato per questo progetto, che registra e traccia visivamente il movimento delle persone, dei veicoli, di tutti gli oggetti in campo, trasformando il flusso di dati in un concerto per sintetizzatore: i movimenti generano suoni, modulazioni sonore, visualizzazioni grafiche, effetti digitali. Infine, l'artista restituisce tutto alla rete, attraverso una diretta Facebook, in un anello creativo di manipolazioni e interpretazioni in real time - un loop semantico aperto che idealmente regala una sinfonia sonora e visiva agli esploratori della città chiusa.
https://sconfinamento.tumblr.com/
Francesca Fini è un’artista che lavora con il cinema sperimentale, l'animazione digitale, l'installazione e la performance art. I suoi progetti affrontano spesso questioni legate al rapporto tra spazio pubblico e privato, tra spettacolo e spettatore, tra rappresentazione e interazione, ma riflettono anche sulle influenze della società sulle questioni di genere e sulla distorsione nella percezione della bellezza prodotta dal mercato e dai media mainstream. Le sue opere sono un mix di media tradizionali, tecnologie lo-fi, dispositivi di interaction design, audio e video generativo.
'Le immagini in movimento di Francesca Fini sono ordigni conturbanti, turbano evocando passioni ed emozioni, mettono in scena un corpo amplificato dalla tecnologia che mantiene intatta la propria natura animale e biologica. I video delle sue performance, sempre d’ottima fattura, riescono ad essere non mere registrazioni ma veri e propri piccoli film colmi di sorprendente ed ammaliante genialità' (Alessio Galbiati - Digicult)

Negli anni ha presentato il suo lavoro al Museo MACRO e MAXXI di Roma, al Guggenheim di Bilbao, al Schusev State Museum of Architecture di Mosca, alle Tese dell'Arsenale di Venezia, al Georgia Institute of Technology e molti altri. Ha performato a Toronto per FADO Performance Art Festival, a Chicago per Rapid Pulse Festival, a San Paolo e a Rio per FILE Electronic Language International Festival, a Madrid per IVHAM e Proyector Festival, al Kala Ghoda Fest a Mumbai alla Bikaner House di Nuova Delhi, su invito dell'Istituto Italiano di Cultura, a Tokyo per il Japan Media Arts Festival, a Palermo per BorderCrossing, a cura di Lori Adragna, un evento ufficiale collaterale di MANIFESTA12.
A Venezia ha preso parte alla prima Venice International Performance Art Week, nei suggestivi spazi di Palazzo Bembo, e presentato i suoi video su invito di Carlo Montanaro presso la galleria AplusA, padiglione della Slovenia alla 55° Biennale di Venezia. Nel 2014 e nel 2016 è stata selezionata da Bob Wilson per partecipare alla residenza artistica presso il Watermill Center di New York, e successivamente invitata alla Triennale di Milano per un evento del Watermill presso l’Illy Art Lab.

Francesca Fini ha presentato il suo lavoro all’Accademia di Belle Arti di Bologna, all’Università di Coimbra, alla RUFA di Roma su invito di Bruno Di Marino, al Satyajit Ray Film and Television Institute di Calcutta, alla ESAD University di Caldas da Rainha e al Georgia Institute of Technology di Atlanta, per il Margaret Guthman Musical Instrument Prize. Nel febbraio del 2016, dopo un anno di lavorazione, ha ultimato il lungometraggio sperimentale Ofelia non annega. Il lavoro, inserito da Adriano Aprà tra i 20 film italiani più belli degli ultimi 10 anni, mescola il linguaggio della performance art a quello dell’archivio storico dell’Istituto Luce.
Francesca Fini è citata dalla Treccani alla nuovissima voce cyber-performance, come uno degli artisti più rappresentativi dei nuovi linguaggi scenici in Italia.
I suoi video e le sue performance sono distribuite da Video Out Vancouver, VIVO Media Art Center Canada e Seditionart.com.


bio media

Francesca Fini è un’artista interdisciplinare che da anni si muove in quel territorio di confine dove le arti si ibridano, cercando di distillare una sintesi personale proprio nel linguaggio performativo e videoperformativo contemporaneo. Negli anni ha presentato il suo lavoro al Museo MACRO e MAXXI di Roma, al Guggenheim di Bilbao, al Schusev State Museum of Architecture di Mosca, alle Tese dell'Arsenale di Venezia, al Georgia Institute of Technology e in numerosi ambiti accademici nazionali e internazionali. Ha performato a Toronto per FADO Performance Art Festival, a Chicago per Rapid Pulse Festival, a Belo Horizonte per FAD Festival De Arte Digital, a San Paolo e a Rio per FILE Electronic Language International Festival, a Madrid per IVHAM e Proyector Festival, a Mumbai per Kala Ghoda e a Tokyo per il Japan Media Arts Festival. A Venezia ha preso parte alla prima Venice International Performance Art Week, nei suggestivi spazi di Palazzo Bembo. Nel 2014 e nel 2016 è stata selezionata da Bob Wilson per partecipare alla residenza artistica presso il Watermill Center di New York, e successivamente invitata alla Triennale di Milano per un evento del Watermill presso l’Illy Art Lab. Ha la sua base in Italia, ma espone, ricerca e lavora in tutto il mondo. Nel 2016 ha ultimato il film sperimentale Ofelia non annega (con Istituto Luce Cinecittà), inserito da Adriano Aprà tra i migliori film italiani degli ultimi 20 anni. La Treccani cita Francesca Fini alla nuovissima voce cyber-performance, come una degli artisti più significativi di questo linguaggio in Italia.

www.francescafini.com